Translate

mercoledì 6 giugno 2012

RECENSIONE: Afterhours – PADANIA

Germi: (aprile 2012)
Genere: Rock Alternativo

Maledetti Afterhours. Provare e riuscire a sdoganare il termine Padania. Non me lo sarei mai aspettato. Ed era impresa non semplice, specie di questi tempi.

Forse in preda ad un’ansia da prestazione, timorosi di cadere in modo irreversibile nel vortice dello showbiz di massa che ne avrebbe definitivamente reciso le radici con la loro platea della prima ora, Manuel Agnelli e soci sono andati addirittura oltre. Hanno dato alla luce un disco che non ci sognavamo di ascoltare e che forse non eravamo neanche pronti a ricevere. Una sorpresa, difficile, intensa quanto raffinata e struggente. Per orecchie ed animi sensibili oltre che per ascoltatori attenti ed esigenti, PADANIA è un album complesso.

15 tracce (nelle quali, ad onor del vero, sono da considerare due inusuali “messaggi promozionali”) che si attaccano alla nostra pelle, alla nostra anima, graffiandola e lacerandola, ma sapendone sempre medicare le ferite con delle appassionate quanto sensazionali coccole melodiche (“Padania”, “Costruire per distruggere”, “Nostro anche se ci fa male”, “La terra promessa si scioglie di colpo”).

Si comincia con “Metamorfosi”, e subito si capisce che si fa sul serio. Un violoncello altalenante su corde basse ed un violino tiepido che via via si inebria di passioni deliranti, ci introducono in un ambiente cupo e decadente dove la voce di Manuel, morbida, calda e controllata, intervallata da vocalizzi che potrebbero far pensare al campionamento in loop, consegnano alla storia ed alla vita un capolavoro di rara intensità ed emozione. Si passa quindi a “Terra di nessuno”, ed il rapimento è quasi completo:

trovagli il cuore ed il debole muore

Un riff di chitarra, semplice ma prezioso, che si alterna a scosse di distorsioni aperte, accompagnano la voce di Manuel che sembra qui essere il pesce nella sua acqua più limpida e sincera. Sublime incanto. Il cuore l’hanno trovato, proviamo però a continuare.  Passiamo cos’ì a “La tempesta è in arrivo” e si è travolti dall’irrazionale e primitivo impulso di scatenare i propri impeti su due o tre chitarre distorte, accompagnate da un ritmo a tratti quasi tribale, che nel ritornello (“non puoi più decidere”) si adagia sulle nostre orecchie grazie a domati e accattivanti giri armonici.

Arriviamo così a “Costruire per distruggere”, a parere mio, il pezzo che per musica e parole (cos’altro del resto?) sembra essere il capolavoro dell’album:

sarà bellissimo fare parte della gente senza appartenere a niente mai […] neanche a Dio

Chitarra acustica, ritmo nudo e semplice e “rumori” e suoni orbitanti nell’aere quasi fossimo in una canzone di Vinicio Capossela. Ne sono passati di anni dagli “scattarramenti” di Manuel sui giovani d’oggi, ma a parte il cruccio per le primavere passate un po’ per tutti noi, non si avvertono rimpianti.

Una menzione la meriterebbero un po’ tutti i brani di PADANIA, perché davvero niente è lasciato al caso e tutto è degno di alta considerazione, finanche gli intermezzi pubblicitari. Rischierei però di sembrare un fan accecato dall’amore per gli Afterhours e per questo disco.  Invito così a procurarsi e regalarsi l’emozione dell’ascolto di quest’album, non senza prima segnalare ancora “Padania”, la title track, nonché primo singolo diffuso in anteprima. Un coacervo di emozioni in presa diretta che non può mancare nelle migliori playlist dei nostri momenti più intensi.

Concludo, a malincuore, dicendo che tornare ad emozionarsi e a vibrare con gli Afterhours era la cosa più bella che, musicalmente parlando, poteva capitami in questa prima metà di 2012. La palestra è aperta. Alleniamo il cuore e le orecchie ad ascoltare e cantare PADANIA, i live si avvicinano, e noi portatori sani di cellule infette dai germi della musica maledetta saremo lì ad emozionarci ancora con la destabilizzante miscela di pugni e carezze che pochi, forse nessuno in questo modo, oggi in Italia sa più fare.

90/100

Tracklist:

1. Metamorfosi
2. Terra di nessuno
3. La tempesta è in arrivo
4. Costruire per distruggere
5. Fosforo e blu
6. Padania
7. Ci sarà una bella luce
8. Messaggio promozionale n.1
9. Spreca una vita
10.Nostro anche se ci fa male
11.Giù nei tuoi occhi
12.Messaggio promozionale n.2
13.Io so chi sono
14.Iceberg
15.La terra promessa si scioglie di colpo



2 commenti:

  1. #GiorGio#

    ...mmm non lo so Franz, a me ha deluso un pò sto album, come il precedente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ascoltalo bene...Padania è di molto superiore alle ultime cose loro, lo trovo un piccolo capolavoro...è più complesso ma poi quando arriva è una botta!!!

      Elimina