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lunedì 1 luglio 2013

ALBUM DELLA SETTIMANA - Giacomo Toni - MUSICA PER AUTOAMBULANZE

Giacomo Toni - MUSICA PER AUTOAMBULANZE (2013, Martelabel)

swing, jazz, cantautori









La fortuna (non) sta a Milano

  
Se c’è (e c’è) un fluido emozionale continuo, un budello di intenzioni artistiche, che unisce idealmente e istintivamente certo cantautorato, in gran parte ligure, degli anni ’60 e sue derivazioni moderne (Gino Paoli, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Francesco Baccini), quello milanese colto e irriverente dello stesso periodo (in particolar modo Giorgio Gaber e Enzo Jannacci),  il cantautorato italiano aromatizzato allo swing, da Fred Buscaglione a Sergio Caputo passando per Paolo Conte, la dimensione polimorfa, sbilenca e trans-culturale di Vinicio Capossela, bene, se questa comunione e condivisione di spirito c’è  (e c’è) Giacomo Toni, trentenne da Forlimpopoli, ha tutte le carte in regola per non sfigurare al suo interno.



Musica per Autoambulanze è l’esordio discografico da solista di Toni, già leader della 900 band, con la quale ha pure all’attivo 3 LP autoprodotti.  Una carriera già lunga e ricca di soddisfazioni oltre che costellata di riconoscimenti portando in giro per lo stivale la verve classica del pianista-uomodimondo, quello con la valigia piena zeppa di tante belle storie da raccontare, meglio se con un sottofondo sonoro magico e surreale partorito dalla sua allegra e fidata “banda” di musicisti. La Martelabel ha deciso di trasformare in progetto concreto la musica di Giacomo Toni producendo quella che, alla fine, è la sua prima uscita ufficiale.



L’album è un carosello di cartoline variopinte dove si sostanzia una visione cinica e beffarda di un mondo decadente e bislacco, all’interno del quale l’artista ricerca e descrive particolari didascalici bizzarri che fanno sempre la differenza in una storia che si rispetti, mescolando il tutto con una particolare vitalità (dote innata) e il piglio sicuro del pianista "maledetto" (te lo insegna la vita, e lo studio). Il suono è sempre ricco e travolgente, con potenti e veloci  mitragliate di pianoforte (“Come una specie di mezzo matto”) che si alternano a fiati bofonchianti che in più parti salgono in cattedra, con carrattere, dirigendosi verso deliri dalla giocosità brass-balcanica (“L’autoambulanza”) o verso un jazz addirittura spinto (gli acuti di sax ed in generale tutta l’atmosfera un po’ avant di “Maledizione” non stonano proprio per niente, anzi, è questo probabilmente il brano più valido dell’album). Ci sono poi pure gradevoli momenti calipso-swing (“L’ultima volta”), digressioni rock&roll/rockabilly sempre di base swing (“Vita da niente”), serenate al chiaro di luna che farebbero arrossire anche una insensibile e glaciale bellezza teutonica, se solo capisse l’italiano (“Se ti vedo”), momenti dalla raffinata ed intensa partecipazione emotiva (“Notturno”, “Un bel sabato”, “Ode al meccanico mite”) e travolgenti filastrocche sghembe e tendenti alla destrutturazione dove Toni fa il giocoliere con le parole e la musica impazza nel tentativo di stargli dietro (“Il bevitore longevo”, “Le macchine vedovi”).



In definitiva, la proposta di Giacomo Toni convince subito perché si avverte naturalmente una genuina freschezza nel suo essere artista ed una maturità nell’approccio stilistico che sapranno accontentare tanto gli intenditori e appassionati del genere (e nello specifico, degli artisti citati all’inizio) quanto i liberi e financo casuali fruitori della buona musica. Non è mai facile accontentare molti, specie quando non si scende a compromessi con le facilonerie e la banalità, ma con una giusta dose di fortuna e tanto lavoro di divulgazione, il ragazzo potrà fare strada. Io, da parte mia, glielo auguro.

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