shoegaze - grindcore- noise rock
In Italia, in questi giorni, c'è chi si vanta in giro per il mondo di avere le palle d'acciaio. Si, l'ha smentito. Ma l'ha detto, l'ha detto. Se tanto mi dà tanto allora gli His electro blue voice, trio al fulmicotone di Como ma dalla forte vocazione cross border (l'etichetta è nientemeno che la Sub Pop, si quella che si legge sui dischi dei Nirvana, quella lì) le palle le hanno di piombo zincato a caldo.
Ruthless sperm è il loro primo album, per quanto il terzetto sia attivo ormai da anni con vari Ep, singoli e split, di quelli giusti, tanto da arrivare alle esigenti orecchie della suddetta etichetta. C'è tanta roba in quest'album. C'è rabbia, c'è metodo, c'è ispirazione ma non ci sono le barriere che un italiano generalmente fatica a scrollarsi di dosso se vuole essere credibile a prescindere dal suo passaporto.
Non saranno dei pionieri, degli scopritori, degli antesignani, ma quello che fanno lo fanno molto bene. Banalizzando, in estrema sintesi, come se sulle rive del lago di Como i Japandroids trovassero un luogo per seppellire gli sconosciuti. Un gran casino, cupo e riverberato. Come piace a me.
Tracklist
1. Death Climb
2. Spit Dirt
2. Spit Dirt
3. Sea Bug
4. Tumor
5. The Path
6. Born Tired
7. Red Earth
7. Red Earth
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