L'Officina della Camomilla - SENONTIPIACEFALOSTESSO UNO (Garrincha - 2013)
Indie rock - Alt rock
Il bello di avere 20 anni è che
non sai di preciso cosa ti aspetta dopo e ti godi liberamente ed ingenuamente il tuo
tempo. Il brutto di non avere più vent’anni é dimenticarsi di averli avuti o
ricordarsene così bene da provare una grande, dilaniante, urticante invidia.
Io vent’anni non li ho più da un
pezzo eppure non riesco (ancora?) a covare odio o porgermi con saccente
atteggiamento di superiorità nei confronti di chi fa musica in Italia con il
piglio del ventenne scanzonato ma assolutamente non sprovveduto. Sarebbero
tanti i casi da tirare in ballo (i nomi li sappiamo tutti, non
voglio elencarli per l’ennesima volta) di chi in questi anni ha diviso gli ascoltatori e turbato
il sonno di parte della nostra critica musicale, riscontrando, a dire il vero, un
giudizio quasi sempre positivo, a volte clamoroso, nell’audience di riferimento.
Una cosa però mi è ormai chiara.
Ciò che non scende a certa critica e a certo uditorio colto è rivolgersi
all’immaginario visivo e sonoro internazionale, senza nascondersi dietro una
lingua che ancora, qui da noi, non capisce né chi la canta né chi l’ascolta
(e poi ne scrive pure). Siamo infatti rimasti noi e i greci in Europa a dire ancora rèport al
posto di repòrt sudando freddo se il film è in lingua originale con sottotitoli. Succede allora facilmente che se i Babyshambles cantano “andatevene affanculo per sempre” o gli
Arctic Monkeys “che cambia quando il sole
tramonta”, su basi musicali assolutamente valide e travolgenti, da noi sono indiscutibilmente considerati icone di una nuova brit invasion che riempie prime pagine, locali cool fino ad approdare addirittura ai contenitori del calcio (vai
a vedere però che in Inghilterra o oltreoceano il pubblico “colto” li
considerava come dei ragazzini che cantavano da ragazzini, idolatrati da
ragazzini ubriachi, un po’ come succederebbe oggi qui da noi).
Se
tanto mi dà tanto, io apprezzo il tentativo di rimanere musicalmente italiani rivolgendosi a sonorità che sono indiscutibilmente legate ad uno scenario
che non è classicamente il nostro. Non c’è niente di male e non è certo la prima volta che accade qui da noi. Ci si mostra
senza foglia di fico, in pasto ad un pubblico che osserva ma soprattutto ascolta morbosamente, anche perchè finalmente ci capisce qualcosa di quello che ascolta.
Coraggio questo che va premiato se il risultato finale è roba come questo "SENONTIPIACEFALOSTESSO UNO", primo LP del fenomeno mediatico de L'Officina della Camomilla, da Milano. Se non ti piace fa lo stesso, ma se ti piace, non te ne vergognare, ballalo, cantalo, magari in disparte se sei vecchio più di quel che i tuoi documenti dicono ed hai una paura fottuta di sembrare ridicolo. I testi sono irriverenti, ma lucidi e sinceri, il sound è curato e spesso ("La tua ragazza non ascolta i beat happaning", "Ho fatto esplodere il mio condominio di merda") decisamente accattivante.
Se hai vent'anni, goditi il tuo tempo, compresa la sua colonna sonora, dove L'Officina della Camomilla non deve mancare. Se non li hai più, non lasciare che il loro ricordo, belli o brutti questi siano stati, ti assilli fino a farti viver male il tuo modesto presente.
Tracklist
- Dai Graffiti del Mercato Comunale
- Morte per Colazione
- La Tua Ragazza Non Ascolta i Beat Happening
- Agata Brioches
- Un Fiore per Coltello
- Città Mostro di Vestiti
- Lulù Devi Studiare Marc Augé
- Le Mie Pareti Fluorescenti di Nord Africa
- La Provincia non è Bella da Fotografare
- Ho Fatto Esplodere il mio Condominio di Merda
- Pegaso Disco Bar
- Ti Porterò a Cena sul Braccio della Ruspa
- Senontipiacefalostesso
Sito della band.
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